martedì 3 dicembre 2013

L'amico immaginario. Matthew Dicks


Vado pazzo per questa cosa. L'amicizia intendo. L'ho già detto diverse volte. 
Come si definisce l'amicizia? E' un valore? Un sentimento? Una passione? Un rapporto? Una sensazione? Come si spiega l'amicizia? 
E' una delle cose che faccio più fatica a spiegare. Forse l'amore è più semplice da spiegare. Ha più una ragione, c'entra con la natura, con il fatto che siamo uomo e donna. Con la necessità che tutto prosegua nel mondo. 
Ma l'amicizia? Perché voglio così tanto bene ai miei amici? 
Questo libro è stata una rivelazione assoluta. Un bambino autistico ha un amico immaginario, Budo. L'io narrante non è il bambino, ma l'amico immaginario. Solo questa idea che ti mozza il fiato già dalla prima pagina basterebbe per non smettere mai di continuare a leggere questo libro, pagina dopo pagina. 
Questo romanzo è molto di più di una semplice idea. Il linguaggio, i temi, il cuore. C'è dentro tutto. 
Un autore che inventa un modo di scrivere, un nuovo modo di spiegare il regno dei bambini agli adulti. E quello degli adulti ai bambini. 
Dicks Matthew affronta ogni tema scomodo con la leggerezza di una farfalla: svolazza sul tema della disabilità, della solitudine, perfino della morte. Una leggerezza che ti stringe il cuore fino a farti piangere perché hai dimenticato. Hai dimenticato come ci si sente da bambini, come vedi il mondo, come i colori e le sensazione ti si disegnano addosso. 
Non si può mai voltare le spalle al bambino che hai dentro. 

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