domenica 29 aprile 2012

La piaga dei portatili

Da un numero di anni che non riesco a valutare la mia casa è stata invasa da una lenta ma inesorabile avanzata di computer portatili.
Avevamo cominciato con un piccolo portatile che usavamo a turno, ma poi, lentamente, ora ne abbiamo tre.
Quando non c'erano, la sera ci si riuniva davanti la televisione e si guardavano dei bei film in famiglia, alle volte erano programmi di intrattenimento, a volte fiction. La televisione può avere tanti difetti, ma ho sempre trovato affascinante l'idea di condividere storie, idee, valutazioni nello stesso momento. Una cosa così con un libro non la puoi fare. Era bello insomma, ma adesso non mi riesce più di stare in sala con i miei familiari.
Mia madre osserva il suo pc con attenzione maniacale, persa in giochini diabolici: da solitari a tetris impossibili, mio padre osserva le cartine geografiche metereologiche, mia sorella chatta con il suo moroso. Ma che senso ha guardare la televisione insieme in quel modo? Quando provo a sedermi fra di loro, sento una minaccia entrarmi dentro, sento il rumore dei ventilatori dei portatili, il calore delle batterie, le luci degli schermi, le tessere colorate dei giochi di mia madre, i tasti colpiti con foga. Ognuno è perso, perso nel suo mondo senza condivisione, con dei muri tracciati in maniera precisa. Il mondo ha un contorno definito: quello di uno schermo chiaro.
Una volta si accendeva il computer e si aspettava un po', si navigava un pochino, poi si spegnava e si tornava in sala tutti insieme, ora non più. Tra poco arriveranno i tablet, internet anche sul cellulare. Facebook pronto ogni secondo. Poi è sempre la stessa storia: ci si apre su un mondo che comunque ci è indifferente: la tipa che amiamo da una vita su facebook non ci scrive un cazzo, gli amici si fanno i fatti loro, e su libero e tgcom  si leggono le solite notizie di politici avidi e corrotti.
 Ma non valeva la pena guardarsi un bel film tutti insieme?

sabato 21 aprile 2012

Habemus Papam

Ho capito una cosa oggi, guardando questo film.
Un regista come Michael Cimino diceva che ci sono due cose per cui vale la pena  davvero accendere una macchina da presa: una montagna ed un cavallo che corre.
Il film di Moretti che ancora mi mancava si affaccia a un terzo elemento, fondamentale e intenso. Sto parlando del volto del pratogonista, uno struggente Michel Piccoli. Cosa c'è di più bello e drammatico del volto di una persona anziana? Guardiamo solo i nostri nonni. Basta che accennino un sorriso e la gioia si espande come i centri concentrici di un lago quando lanciamo un sasso. E' sufficiente che la tristezza e il rammarico si affacci sul loro volto perchè i dolori di una vita si manifestino ai nostri occhi.
Il volto di una persona anziana è un amplificatore naturale e il terrore di questo periodo di invecchiare  (non vi nascondo mi sta abbattendo ogni giorno che passa sempre di più) si attenua un attimo se penso che mi rimane la speranza di raggiungere dentro di me la pace che molti nonni sanno esprimere quando sorridono a un bambino. Guardateli quando osservano un nipote che gioca e che ride: hanno la pace dentro, riuscirò a raggiungerla anche io?

mercoledì 18 aprile 2012

Cazziatone in libreria con Dante Alighieri

Io lo sapevo che, prima o poi, il momento sarebbe arrivato. Sono vent'anni che sosto ore nelle librerie, quasi mai nelle biblioteche, ma proprio nelle librerie, dove i libri per lo meno sono nuovi. Profumano. Hanno un odore che ti invade la mente e il cuore. L'odore della carta, di un'avventura nascosta, del chissà. Sosto per ore, li apro, li visito, e poi il risistemo al loro posto. Alle volte riguardo gli stessi libri che avevo già analizzato, avevo già annusato. E' una specie di danza che mi tiene lontano dalla vita, mi rassicura, una mia oasi dal mondo così crudele, come lo è un po' per tutti. Non è mai successo nulla, in vent'anni nulla è mai successo. Fino ad oggi 18/04/2012. Sono stato all'euronics di San Giuliano, dico anche il posto, che mi denuncino se vogliono. Ho preso la Divina Commedia di Dante, l'inferno e mi sono messo a leggere il canto XXVII: i consiglieri fraudolenti. Ero perso nella lettua, convinto che anche stavolta, come sempre, la vita non mi avrebbe risvegliato da quel dolce torpore. Anche lì nelle pagine di Dante dopo vent'anni qualcuno mi ha riscosso.
- Scusa.
Mi giro e dietro di me c'è una guardia
- E' già un po' che sei lì o lo compri o la appoggi.
O lo compri o lo appoggi, se lo apri si sciupa.
C'erano oggetti, cose intorno a me che valevano migliai di euro: televisori, elettrodemistici, cellulari, schermi al plasma, navigatori ultrasatelittari, ma la guardia mi ha accusato di deturpare qualcosa che valeva ben 10 euro. Peggio di un ladro perchè avevo aperto un libro. Probabilmente avrà avuto anche ragione ma non sono riuscito a stare tranquillo tutta la giornata. Mi sono sentito offeso, avvilito e affranto. La mia oasi felice, quell'odore di carta nuova, la sensazione di pace mi aveva tradito per la prima volta. Forse quest'episodio mi ha così fatto incazzare perchè mi ha riportato alla vita, alla realtà che non è e non avrà mai la musica di quelle pagine, non avrai mai la purezza di un verso di Dante. Ed è proprio su questo verso che la guardia mi ha risvegliato alla vita:

Oh me dolente! come mi riscossi
quando mi prese dicendomi: "Forse
tu non pensavi ch'io loico fossi!"

mercoledì 11 aprile 2012

Cose che nessuno sa

Come al solito uso i libri che leggo come pretesto per parlare di altro.
"Cose che nessuno sa" è un libro che mi è stato più e più volte consigliato dal mio migliore amico. Quante volte lasciamo sul comodino i libri che ci prestano gli amici ? Quante volte alla domanda - dove sei arrivato - storciamo il naso, inventiamo scuse, pur sapendo che non leggeremo mail il libro che ci è stato prestato?.
In fondo tutti siamo convinti di sapere quello che che è giusto leggere, siamo assolutamente convinti dei nostri gusti, dei nostri interessi. A cosa servono davvero i libri? A passare il tempo? A immaginare vite che non ci appartengono? A sognare ? A smettere di pensare ai nostri problemi? A rilassarci?
Può darsi, ogni motivo può essere valido. Ma ho cominciato a immaginare qualcosa di diverso. E se i libri consigliati fossero davvero i libri che dovremmo leggere per primi? Quando ho letto "cose che nessuno sa" ho capito perchè a Luca, il mio migliore amico, questo libro sia piaciuto così tanto. Gli è piaciuto perchè racconta una parte intima di lui, momenti precisi, momenti che solo io che lo conosco così bene ho saputo interpretare.
Quando un amico ci consiglia un libro ci sta dicendo "ti prego leggi questa parte di me, aiuta te stesso a comprendermi meglio, a leggermi meglio, perchè se capirai qualcosa di più su di me la nostra amicizia prenderà un volo nuovo, un passo diverso.