lunedì 16 novembre 2015

Una piccola prova dell'esistenza di Dio. L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello. Oliver Sacks.


Questo è uno di quei libri che so mi rimarrà impresso per sempre. Come una moderna metarmofosi di Ovidio Oliver Sacks trattteggia i suoi pazienti come piccole parabole di diversità umana, tutte accumunate, comunque, dalla medesima tensione che porta ognuna di essere a volersi dichiarare un corpo, un'anima, un solo spirito.
Sono persone con assenze, mancanze, incapacità, traumi, e problematiche di ogni tipo.
Persone che non sanno parlare, non sanno muoversi, non sanno sentire, non sanno comprendere e nemmeno comunicare. A volte si tratta di eccessi, a volte di mancanze, a volte ancora di deficienze. 
L'uomo perduto nel suo passato che crede ancora di essere un marinaio della marina militare uscito dalla guerra mondiale, un uomo che non parla ma che disegna con un tratto magico, una donna rinchiusa nella testa di una bambina, ma che si rivolge al mondo usando la forza della poesia. 
Il marinaio perduto ritrova se stesso nella religione, nella preghiera... l'uomo epilettico trova la pace nell'arte ... la donna bambina diventa adulta nella poesia. 
Eccola la piccola prova dell'esistenza di Dio, o forse, per meglio di dire, della spiritualità diffusa nell'essere uomo: è l'arte, la religione, il teatro, la poesia. Nessuno è veramente perduto, perchè dentro di noi vive l'anima, qualcosa di più forte delle spiegazioni, più invincibile del riduzionismo scientifico. Una libellula leggera e indistruttibile, le cui ali sprigionano la luce primigenia dell'uomo, che con tutte le sue nefandezze ha dentro di sè, nel suo tratto, nella sua orma, nei suoi confini, l'innocenza di una bellezza che non possiamo cancellare da noi stessi.