sabato 26 maggio 2012

Nel mezzo del cammin di nostra vita

Queste mese ho voluto prendermi una pausa dal blog. Non è facile trovare delle motivazioni e molti che scrivono come me lo sanno bene. 
Questo mese voglio parlare di un'attività che mi sta affascinando, una di quelle attività che a mio modo di vedere prenderanno piede in quest'eta tecnologica. 
Imparare a memoria. 
Chi ha letto qualche mio post precedente sa che sto rileggendo la Divina Commedia e ora che sono arrivato a metà del purgatorio, riprendendo i commenti che avevo scritto ai tempi del liceo e quelli che mia sorella ha sovrascritto poi negli anni sono tornato a rileggere il primo canto. 
Ho capito che il primo canto della Commedia lo capisci davvero quando al mezzo della vita ci arrivi davvero. Sto cercando di impararlo a memoria, di entrare in una parola dietro l'altra. Imparare a memoria una poesia e leggerla semplicemente possono essere paragonate a suonare una sonata e ascoltarla in un cd. Quando impari a memoria il primo canto della Divina Commedia, riesci a vederlo da dentro. Come guardare un diamante da fuori e osservare un miracolo di luce come quello stando al centro del prisma. 
Ho quasi 32 anni ormai, molti genitori dei miei amici se ne sono andati, mi rimane un nonno, e tanti amici hanno già dei figli. Cosa fare? Dante nei primi versi ripete in continuazione la parola io, i', tanto ch'i, po che i', fui. L'io narrante ci urla la sua presenza, sembra il suono di un tamburo che voglia farci catapultare nel disordine della sua mente. GIà cosa fare? Lasciarsi sbranare da una lince, da un leone, da una pantera? Permettere al vizio, al non senso, all'apatia, al consumismo, al sesso di scavare dentro tutti i giorni che mi restano da vivere, o cominciare ad intraprendere un viaggio con la guida di un Virgilio? 
Sarebbe bello che arrivasse...