domenica 23 gennaio 2011

Barbara Streisand - Come eravamo

Non c'è niente da fare. I vecchi film sono sempre i vecchi film.
Oggi pomeriggio ho visto un vecchio film che non ricordavo molto bene, forse perchè nel periodo in cui l'ho visto non ero sufficientemente preparato.
Come eravamo.
Barbra Streisand è un'attrice che amo moltissimo, persino nei suoi film meno riusciti, c'è qualcosa di lei che mi conquista irresistibilmente. Forse è il motivo per cui i Duck Sauce l'hanno scelta per la loro canzone tormentone di quest'estate.
Ho rivisto questo film e mi sono accorto di come l'uso del primo piano così presente nei film di Pollack stia piano piano sparendo, dando spazio a scene corali con cambi continui nelle inquadrature, rinchiudendo il cinema in strutture trite e ritrite, senza anima e sentimento.
La storia del film è la storia d'amore fra due anime inconciliabili: Robert Redford, scrittore amante dell'esistere, consapevole dei mali del mondo ma che non può fare a meno di sospendere il suo giudizio sulle ingiustizie per liberare la coscienza al piacere e al gusto del bello. Barbara Streisand, invece, è una donna impegnata politicamente che considera necessario anteporre sempre e comunque il dovere al diritto, una attivista pronta ad agire a costo di qualsiasi rinuncia, a costo di perdere l'amore della sua vita. Vi capita mai quando siete a una cena con gente di classe che ride per qualsiasi cosa di sentire dentro di voi uno strano brusio? Vi capita mai quando ascoltate la gente che crede di aver ottenuto tutto solo perchè se lo è meritato ascoltare uno strano brusio? Vi capita mai quando siete stesi al sole in una spiaggia assolata, in una piscina di lusso, un fastidio, un solletico, un'irritante bruciore, frutto esclusivo del fatto che voi siete fortunati e altri no?
In questo film Barbara Streisand non finge, non fa finta di niente, dà tutta se stessa alla politica e questa cosa distrugge la loro storia d'amore.
E' un film fantastico perchè ci mette davanti per una volta quel brusio perenne che facciamo comunque finta di non ascoltare.
Guarda per credere

giovedì 20 gennaio 2011

Puttanopoli

Devo dire che all'inizio non ci credevo poi molto.
Voglio dire mi sembrava davvero assurdo, una minorenne, tante minorenni, poi tutte queste intercettazioni. Ma quello che mi ha sconvolto è stato vedere una intera dimora affittata in comodato gratuito a così tante ragazze. Voglio dire, nel mio settore, noi diamo dei distributori automatici di caffè in comodato gratuito. La gente non paga niente per avere un distributore automatico in ditta, ma noi guadagniamo dalle monetine che la gente ci mette dentro. Se qualcuno lascia qualcosa in comodato gratuito è perchè un tornaconto ad un certo punto dovrà pur esserci. Forse l'unico tornaconto è quello di avere delle belle ragazze giovani a cena ed avere la possibilità di raccontare loro delle succulenti barzelette.
Forse è tutto qui, ma se fosse davvero tutto qui allora bè di tristezza ce ne sarebbe già a sufficienza.
In una scena di uno dei più bei film della storia del cinema italiano "Il sorpasso", Vittorio Gassman chiede al suo pupillo secondo lui qual è la più bella età della vita, dato che chi gli sta a fianco non sa cosa rispondere, Gassman riponde in questo modo:
"Te lo dico io qual è l'età più bella: quella che ognuno c'ha, giorno per giorno, fino a che uno non schiatta ovviamente".
Bene quello che la nostra società ci invita a credere è ci sia solo un'età da vivere: fino a trent'anni. Il resto è il nulla. Questo fiato sul collo lo sento terribilimente. Ho trent'anni e mi sento già finito. Pare che non si finisca mai di cercare e trovare nuove donne, sempre più giovani, sempre più intriganti. Con le tette sempre più grande o le gambe sempre più lunghe. Silvio Berlusconi ha più di settant'anni ormai, ma la sua guerra più grande da sempre è stata quella del tempo. L'unica che non sa accettare di aver perso, come se non fosse capace di godersi in pienezza il periodo che il presente gli sta offrendo.
Perchè non mi fate godere della mia vita?
Maledetti siano i giornali che mi fanno credere che senza quella bellezza non si può vivere, come se sia necessario per forza cambiare ogni mese una compagna, perchè non rispetta più i nostri canoni.
Maledetta sia la televisone, con il suo culto del corpo che mi costringe a morire in palestra senza vedere uno straccio di addominale sul mio corpo normale.
Maledetto internet, il cinema, l'arte dell'immagine, della moda.
Fanculo a voi per una volta.
Se i primi anni 90 hanno visto la fine di un'intera classe politica per il gusto e il sapore del denaro, esautorando dal vertice una schiera di individui votati alla pura avidità; sarebbe davvero il colmo se una nuova ondata di scandali mettesse fine a quest'altra classe, non più per il denaro, ma per la paura di morire. Signori e signori, dopo tangentopoli, siamo arrivati a Puttanopoli

martedì 18 gennaio 2011

Enzo Valeri Peruta "Vita nuova", vita nuova anche per il teatro

Enzo Valeri Peruta.
Ricordate questo nome. Sabato scorso non avevo voglia di andare per l'ennesima volta al cinema, nè tantomeno trascorrere la serata in un altro ristorante e rimpinzarmi, crecando di convincermi di quanto fosse buono tutto quello che mi avrebbero portato per giustificare il salasso economico a cui ultimamente si va incontro nei ristoranti. Avevo molta voglia di andare a teatro, ma non nei soliti teatri rinomati, quelli che costano un occhio della testa a meno che non si voglia sopravvivere in piccionaia, quelli pieni di parrucconi con la voce impostata dal diaframma di cui ormai non se ne può più, fermi ad un'idea di teatro ferma di secoli fa.
Vado sull'Eco di Bergamo e mi cerco un bel teatro di paese, uno di quelli che non vengono pubblicizzati, anche di oratorio perchè no? Con ragazzi giovani, per vedere qualcosa di nuovo, qualcuno che mi faccia compagnia senza mille pretese.
Trovo questo teatro a Nembro, Teatro San Filippo Neri. Un cartellone di tutto rispetto con personaggi come Travaglio, Gene Gnocchi, Davide Riondino, Lella Costa. Non sembrava proprio un teatrino di paese, e quelle sera c'era un attore bergamasco non molto conosciuto. Mi dico sì, perchè no?
prezzo del biglietto 12 euro,
il teatro è molto particolare, spoglio, senza fronzoli, senza tendaggi, moquette. Una palestra a più due piani, ma non è una palestra, è proprio un teatro. I personaggi più eleganti sono vestiti con un maglione di lana confezionato dalla nonna, molti hanno una tuta, molti hanno i capelli così in disordine che un uccellino potrebbe benissimo nasconderci un nido. Molti sono seduti su seggiole pieghevoli. Un ambiente particolare insomma, poi si spengono le luci.
Un attore altissimo e un musicista che lo accompagna alla chitarra. Racconta la sua esperienza di padre e dopo pochi minuti sto quasi cadendo dalla sedia dal ridere. Ragazzi uno spettacolo esilarante, inteligente, senza effetti speciali. Un attore completo con un senso del tempo comico che farebbe invidia ai superquotati di Zelig. Una serata bellissima, una sala piena di gente che si spanciava dal ridere senza aver mai visto in faccio questo nuovo attore a cui tutti noi abbiamo dato fiducia
Enzo Valeri Peruta, se riuscite a vedere il suo spettacolo mi darete ragione, il suo tour in lombardia continua:
provate a cercarlo!
Basta con il Donizetti, basta con il Carcano, il Piccolo, il Manzoni, i blasonati millantatori dell'arte si facciano da parte e accettino un dato di fatto: la semplicità della gente comune che ha voglia di fare batte mille a uno l'Accademia di Arte Drammatica, figlia ormai di un'era esaurita!

sabato 15 gennaio 2011

A casa con Mamma

Bè che dire. E' stata una settimana alquanto sottotono, ma tutto sommato illuminante.
Non ci si rende mai davvero conto del valore della vita, delle sue più intime accezioni, non si comprende mai il significato di esistere, quest'incommensurabile fortuna se non quando si è immobili, afflitti da una temperaturea corporea in lievitazione. Sto usando una marea di termini senza senso solo per dire che ho avuto la solita influenza. Si vede che i postumi continuano a farmi dire fesserie.
Nonostante le vacanze di Natale mi sono rilassato più in questi due giorni di malattia che durante tutte le feste comandate. Coccolato e viziato da mia madre. Non c'è niente di più rilassante, di sentire una mano che ci cerca la fronte per assaggiarne il calore, il rumore di un cucchiaino che nell'altra stanza sta preparando una bevanda calda da portarci a letto, sentirci chiedere "vuoi una tazza di latte? Una spremuta? del Magnesio? Vitamina C? VVinC? due fette di marmellata? due fette di riso soffiato bagnate nell'olio? un brodino ? Una minestra di verdure passata o non passata?".
Riesci a goderti tutto in quei momenti chissà perchè: il cinguettio degli uccellini che nonostante il freddo stanno cominciando a tornare, la luce del sole che ricomincia un po' a farsi strada, riesce perfino a sopportare i programmi di Barbara D'Urso del pomeriggo cinque che ho guardato con un copertina sul divano in sala con mia madre.
Bè insomma in questi momenti penso che sia proprio un peccato tornare a lavorare!

domenica 9 gennaio 2011

Che bella giornata - il ritorno di Checco Zalone

Solo un peccato.
Perchè nel trailer così tante anticipazioni delle gag del film??
La prima parte non l'ho goduta pienamente perchè avendo visto il trailer mi aspettavo tutte le migliori battute. Solo nel secondo tempo mi sono veramente sganasciato dal ridere. Credo che ci fosse troppa preoccupazione da parte sua che il film non andasse bene come il primo. Probabilmente perchè troppe voci maligne lo avevano turbato della maledizione del secondo film. Molti di noi in effetti pensavano che il suo personaggio si fosse esaurito totalmente nella prima pellicola, in realtà Luca Medici è consapevole che non basta riciclare le vecchie battute e vecchi modi di fare per vivere di rendita. Il lavoro del comico è una ricerca continua, una necessità di individuare nella vita quotidiana sempre nuove situazioni con la consapevolezza di non sentirsi mai appagati dei risultati raggiunti.
Credo che uno dei motivi per cui questo personaggio sia così amato dalla gente sia la sua spassionata sincerità. Checco Zalone è l'unico che quando pubblicizza il suo film ha il coraggio di parlare di soldi, di incassi. L'unico che in una intervista ha dichiarato di non considerare il suo cinema degno di ottenere gli aiuti statali, anche se in Italia tutti i suoi colleghi millantano valori artistici inesistenti di un cinema fuffa. L'unico che ha il coraggio di ammettere la paura che un secondo film non sia capace di bissare il successo del primo.
Tutto l'universo dell'esperienza Zalonesca riemerge agganciandosi a temi sociali: la famiglia, i trulli, la guerra, il razzismo, il nepotismo, tutto edulcorato in una visione spensierata della vita. E' la visione della vita di Zalone a farci sorridere più di ogni altra cosa: per lui tutto si può fare, tutto è concesso. Anche quando è ormai chiaro a tutti il limite, un'incapacità, lui non si perde d'animo e si ritiene sempre il migliore, il più grande. Ed è propria quella visione ottimistica del mondo, a ritenere che in fondo ogni mattina sia una bella giornata a farci uscire da quella sala con un po' di speranza in più nel domani. Quando un comico ci fa sperare in un domani migliore, bè credo davvero che non si possa chiedere più niente!

venerdì 7 gennaio 2011

Un Natale fra Inchieste

In queste vacanze ho deciso di trascorre il mio tempo senza immergermi nei soliti romanzi molto rilassanti di cui ero solito circondarmi: bestsellers, romanzi storici, fantasy, saghe, ecc,,,
ho letto il libro di Lucarelli i veleni del crimine che raccoglie le ultime inchieste di blu notte e ho iniziato a leggere un libro che raccoglie due anni di inchieste su un movimento molto potente nella mia regione. Ho perfino paura a scriverlo: Comunione e Liberazione. Quest'ultimo libro si chiama "La lobby di Dio" ed è stato scritto da un giornalista molto bravo: Ferruccio Pinotti.
Fra inchieste e scandali questo Natale è stato un po' burrascoso. Ho sempre pensato di vivere in un mondo dove la gente è felice e spensierata perchè in fondo non sa. Un magistrato, un giornalista, un uomo che tutti i giorni compra più di un giornale, che guarda i programmi d'inchiesta come Report, che si interessa a cosa accade nelle stanze dei bottoni, dietro le quinte dei teatrini che i mass media vogliono propinarci, per forza di cose deve essere triste, infelice, senza speranze. Dovrà pensare necessariamente che il mondo non cambierà mai, che l'uomo sarà sempre lo stesso, che non riuscirà mai a rispettare la legge morale dentro di sè quando la tentazione al male diventa troppo allettante.
Tutti noi facciamo un lavoro che per forza di cose non ci soddisfa al cento per cento, un lavoro faticoso, duro. E' necessario sudare per mantenere la nostra famiglia, per offrire un futuro a nostri figli. Pensi che sia giusto pagare le tasse perchè lo Stato è il custode del bene pubblico, il bene da cui dipende il benessere, la pace e la serenità di ogni nucleo familiare.
Poi leggi Lucarelli, e vedi che il debito pubblico di cui siamo gli eredi è  figlio delle tangenti intascate dai politici scoperchiati e processati dal 93 in poi, che solo la metropolitana di Milano è costata quattro volte quella di Amburgo, figuratevi tutto il resto. Che è ormai provato in tutte le indagini della magistratura che la mafia ha intrattenuto rapporti con lo Stato, bloccando lavori pubblici come la Salerno-Reggio Calabria, pretedendo appalti e sub-appalti senza scrivere mai la parola fine a nulla. Ti rendi conto di come in Italia non vince mai, mai il più bravo, ma solo coloro i quali sono in possesso del numero più alto di conoscenze. Per diventare ricchi basta conoscere sempre e comunque le persone giuste, trovarsi a contatto con i salotti importanti come le storie di Licio Gelli, Michele Sindona e Roberto Calvi insegnano.
Alla fine anche chi dice di essere il portatore della legge morale dentro di noi (come diceva Kant) è schiavo del lato oscuro. Scopri come già si sospettava la forza di quel movimento che è meglio non nominare una seconda volta. Come in Lombardia le imprese associate al movimento di Com... e Lib ... ricevano sempre sostanziosi finanziamenti statali, come le nomine dei Primari negli ospedali vadano sempre ad esclusivo vantaggio di un numero sempre più ristretto di persone facenti capo a quel movimento.
In fondo mi chiedo una cosa:
vale la pena sapere secondo voi o è meglio vivere nell'ignoranza, come tanti bambini che giocano per sempre in un parco delle meraviglie?

domenica 2 gennaio 2011

Le cose che abbiamo in comune corto realizzato da me e la mia compa!

Non ve l'ho mai detto ma un anno fa con i miei amici ho fatto un corto, mia la sceneggiatura, io il protagonista (così finalmente chi vorrà potrà vedermi) di un mio amico la regia e il montaggio.
Mi chiamo giovanni ehehe
a presto

http://www.youtube.com/watch?v=6S3nk1bc6r4&feature=fvsr