domenica 25 ottobre 2015

Anna. Niccolò Ammaniti sei sempre un grande.


Da sempre amo Ammaniti e la sua poetica. Per me rimane il più grande scrittore italiano. 
Quando ho iniziato Anna, una certa delusione aveva cominciato a stamparsi nel cuore. Ma era solo l'inizio. 
Ammaniti chiede un salto al lettore, uno sforzo. E' impossibile riconoscere il suo stile: una stuttura rapida e incalzante, verbi di moto, dialoghi serrati. Niente di tutto questo. Anna stravolge il linguaggio Ammanitiano per entrare in una dimensione nuova, un linguaggio visivo complesso, fatto di descrizioni apocalittiche, dove la natura invade lo spazio lasciato a se stesso dai grandi. In opposizione al mito della velocità l'autore inverte il passo della modernità e costruisce qualcosa di nuovo e sorprendente. Ci spiazza, perchè il mondo, popolato di bambini, senza madri e senza padri, diventa cupo, difficile, pronto a sbranare. La lezione Dostoevskiana (anche se l'uomo vivesse in un solo irst di spazio l'istinto di sopravvivenza sarebbe troppo forte per fargli decidere la morte) vive in ognuna di queste pagine. La vita non ci appartiene, ci attraversa. Noi, funzionari della specie, quale che sia la nostra forma con cui popoliamo il mondo: bambini o grandi, forti o deboli, sani o malati, predestinati o segnati, noi siamo pronti a tutto pur di mangiarci l'oggi e tuffarci nel domani. Perchè la speranza del domani è troppo forte, troppo grande la seduzione che si nasconde in ognuna delle albe che ci aspettano. 
In questo viaggio i due protagonisti: Anna e suo fratello vivranno tutti i sentimeni che i grandi devono scoprire crescendo: il dolore, la morte di una persona cara, la malattia, la fame, la povertà, il senso di vuoto, la solitudine, e l'incomprensibile contraddizione di questo disegno che è la vita. 
Da leggere come sempre. Grande Ammaniti.

sabato 10 ottobre 2015

Il potere del cane. Don Winslow

E' davvero moltissimo che non aggiorno. Dopo aver finito il mio libro ho preso una pausa lunghissima dalla scrittura. E' proprio come se non sentissi più quasi l'esigenza di scrivere. Una sensazione di non saper più cosa dire, cosa fare, di cosa parlare. 
Un vuoto che uno fa fatica a spiegarsi. Forse la fatica, il disincanto, il fondo del barile... 
non lo so alle volte è difficile trovare delle motivazioni. 
Però la cosa bella è che la gente sta continuando a scaricarlo, le persone mi scrivono, e gli angeli non hanno memoria viaggia verso gli 8.000 download.
Un altro motivo della mia assenza dal blog è dovuta alla lettura molto impegnativa di questo libro: il potere del cane. Quando leggi questi libri la riconosci subito la penna del maestro, del fuoriclasse. Era molto che volevo leggere Don Winslow, soprattutto perchè in un certo modo, si può dire che lui è un po' il padre di tante serie televisive di successo. Il genere "noir dei narcotrafficanti" affonda saldamente le sue radici nella scrittura di questo autore magistrale. Nella sua penna non c'è un solo stile: c'è quello rapido e svelto, fatto di periodi brevi, espressioni gergali, personaggi macchiettistici... ma c'è anche lo stile complesso, macchinoso e prolisso per spiegare macchinazioni politiche, per descrivire ambienti complessi .... e poi c'è l'introspezione psicologica, le parole che scavano il dilemma umano tra bene e male. 
E' proprio lì la radice da scovare. La narrativa oggi più che mai vive della confusione tra bene e male. Nella pagine di Don Winslow il bene e il male si confondono, si annodano. Nei due rivali: il detective Art Keller, e il narcotrafficante Adan Barrera, le due sfere macinano azioni e pensiere. Non esiste il bene assoluto e il male assoluto, ma il compromesso continuo, per fare il bene uno deve sporcarsi le male, e alle volte anche il male ha le sue regole, un codice da perseguire. Nella vita nasciamo con dei ruoli, e quelli si fa fatica a levarseli di dosso.