mercoledì 16 luglio 2014

Max Papeschi e la corazzata multinazionale

Sono ormai parecchi anni che mi sento particolarmente schiacciato dalle forze mass mediatiche di questo paese. Meglio del sistema mondo. Ogni evento, da quello sportivo, a quello cinematografico, a quello artistico, editoriale, radiofonico, ha sempre un padre che lo orienta, che lo dirige e lo produce: lo sponsor. Ogni giorno mi sveglio al mattino e non faccio nemmeno in tempo ad andare in bagno senza che qualche marchio non tenti di acciuffarmi. E accendi la radio, e accendi la TV, e guardi fuori dal finestrino in macchina, non esiste tregua. Da quando ascolto radio tre dove la pubblicità è praticamente assente, ho scoperto il silenzio commerciale, la pace pubblicitaria. La testa sembra funzionare meglio e credo che nessuno abbia ancora valutato la forza di questa forza, di questa vera e proprio violenza psichica a cui siamo sottoposti tutti i giorni, in nome del progresso umano e del benessere collettivo. È per questo che enorme effetto mi ha fatto la mostra di questo artista. Per me arte è la somma di gusto e reazione. Ad ogni azione dell'artista deve corrispondere una reazione, più questa è ampia e intensa maggiore è il risultato dell'opera. Max Papeschi mette in mostra Topolini e Paperini Disney vestiti con divise naziste e con la svastica proiettata ovunque, pupazzi di Mac Donald che ti accompagnano in un campo di concentramento, profumi famosi che hanno il nome dei più creunti campi di battaglia. C'è u senso inconscio che ti si scatena dentro, qualcosa di vero ed evidente in queste immagini, quasi una liberazione nel vedere finalmente un dito puntato.

domenica 6 luglio 2014

Il più bello sguardo d'amore: Marina Abramovic

Ho scoperto casualmente questa grande artista. Non dipinge quadri e non fa sculture. Si potrebbe dire che fa arte con il suo corpo, con la sua presenza, ma credo che la sua più grande opera d'arte si stata la sua vita. 

Negli anni 70 si chiude in una stanza, immobile. Accanto a lei c'è un tavolo con strumenti di tortura (coltelli eccetera) e di piacere (miele, unguenti, eccetera). Starà lì sei ore, ferma, pronta ad accettare qualsiasi cosa venga fatta del suo corpo, assumendosi ogni responsabilità. Dalle persone emergeranno i più bassi istinti: Marina Abramovic verrà tagliata in più punti del suo corpo, ma non muoverà un muscolo. Questa performance, magari se vogliamo indiscutibile, con il nome di Ritmo zero porterà Marina Abramovic ai vertici della sua carriera artistica. 
Ma dopo inizierà la sua grande collaborazione artistica con Ulai, un uomo di cui si innamorerà perdutamente. Sceglieranno di urlarsi uno contro l'altro monosillabi e vocali senza senso uno contro l'altro nella performance AAA-AAA. Si legheranno i capelli uno con l'altro per sedici ore. Nudi si posizioneranno agli stipiti di una porta costringendo i visitatori a passare attraverso di loro. Dopo molti anni Ulai prenderà un'altra strada e la loro grande storia d'amore finirà. Ma non si lasceranno in maniera normale. Decidono infatti di percorrere da due punti opposti l'intera muraglia cinese a piedi, uno contro l'altro, nella loro ultima performance artistica: The lovers. Quando si incontrano si dicono addio. 
Passano molti anni e Marina Abramovic è sempre più famosa, pochi anni fa al Moma di New York presenta l'ultima sua fatica artistica. Seduta su una sedia di fronte a un tavolo, con un bellissimo vestito rosso, osserva il visitatore, seduto all'altro capo del tavolo. La gente assiepata aspetta ore interminabili per osservare quello sguardo. Ma fra di loro c'è anche Ulai. Marina che fino ad allora non ha mosso un solo muscolo, osservando solo intensamente lo spettatore, non sa che sta per arrivare l'amore della sua vita. Così lui si siede e quando lei lo guarda gli occhi si riempiono di lacrime. 
Credo di aver capito una cosa da questa parabola artistica: c'è solo tutta una vita che può proclamare il vero amore della vita. L'amore è un po' come quando corri forte, intensamente, e pensi solo che devi respirare bene, che non puoi fermarti, senti la vita pulsare, ma non pensi troppo a quello che fai. E' solo dopo, dopo che hai attraversato un lungo viaggio, con il corpo in agitazione, quando ti rlassi e ti fermi e ti calmi. Solo allora lo avverti l'amore, lo sai eleggere pieno e inarrivabile come il centro della tua esistenza. 
Guardare per credere. 

https://www.youtube.com/watch?v=OS0Tg0IjCp4