domenica 26 giugno 2011

Milano Marittima - Papete

Se vi siete appena mollati con la vostra ragazza, se siete in cerca di un posto di lavoro da una vita, se quello che avete non vi soddisfa e non fate altro che litigare con il vostro capo, se la vita che speravate per voi non risulta ad oggi essersi per niente realizzata, se vi sentiti demoralizzati perchè delusi dagli amici, dai parenti, dai colleghi; insommma se il colore più rappresentativo dei vostri giorni in questo momento è il grigio; ebbene correte in pellegrinaggio in questo posto fantastico che io per primo non conoscevo.
Sembra una spiaggia come tutte le altre, a meno che non sia sabato sera. Bisogna aspettare le quattro e mezza, e i tre chioschi cominciano a popolarsi di strane figure: bellissime ragazze truccate pur essendo le quattro e mezza di pomeriggio, ragazzi talmente palestrati che non riescono nemmeno a piegare le braccia e camminare decentemente. Tutti che si guardano in giro in cerca di nuove prospettive, ognuno che sogna di trovare in quel luogo la distrazione che gli permetterà di carburare nella prossima schifosissima settimana che gli si presenta davanti.
Poi arrivano le cinque: i ballerini si posizionano sul palco, i deejay cominciano ad incitare la folla, la vocalist canta con una voce d'angelo.
Non si tratta della solita discoteca: i ballerini sono professionisti, e non sculettatori professionisti, la vocalist è una cantante formidabile e non una carampana che spesso nelle discoteche dalle mie parti mi è toccato ascoltare.
Ma la cosa più bella sono le persone intorno: tutti che ballano sulla spiaggia e saranno almeno cinquecento persone: chi sulla sabbia, chi sui lettini, sulle sdraio, innaffiati dallo spumante che ogni tanto arriva dall'alto. Insomma tre ore, tre ore piene di divertimento e voglia di non pensare a un cazzo.
Poi arriverà il lunedì ma c'è almeno la domenica per riprendersi.
Milano Marittima - Papete

martedì 14 giugno 2011

Terrence Malick - The tree of Life

Interrompo questo lunghissimo silenzio per parlarvi di un film che ho visto da poco.
Ultimamente sono molto stufo di quello che mi succede intorno: della musica, delle notizie che si accavallano, della gente che urla, tutto è assordante, frenetico, senza respiro.
Sento che ho bisogno di respirare, ho bisogno di silenzio, di accorgermi di essere ancora vivo.
L'arte non c'è più: la stessa musica serve per riempire l'aria dei centri commerciali, in modo da stordirti al punto tale che sei costretto solo a comprare, ti senti spinto, euforico a tutti i costi. Il cinema uguale, I pirati, Checco Zalone, X-Men l'inizio, X-men la fine, Fast and Furios, Transformers, che voglio dire va bene, perchè no? ma poi? poi senti che manca qualcosa: nelle canzoni che ascolti, nei libri che leggi, nei film che guardi vorresti tanto che qualacuno ti parlasse dentro; voglio dire che parlasse solo a te e non ad altri. Ti parlasse in maniera sincera, senza necessariamente fare l'occhiolino al videogioco che esce in contemporanea, alla collezione di pupazzetti che puoi trovare in edicola, all'Happy Meal dove magari ci trovi dentro Johnny Deep.
Insomma poi vado a vedere l'albero della vita e mi si apre il cuore in due.
La gente che sbuffa, alcuni che si alzano, e vedo il narratore che parla a me, solo a me perchè la gente vede venti minuti di immagini senza una parola, senza un senso apparente. Mi rendo conto di me stesso, delle mie mani che si aggrappono ai braccioli della poltrona. Sono consapevole di me stesso, non sono un'automa, il regista non mi lancia in faccia gente che urla, effetti speciali, musica assordante, stacchi repentini di inquadrature.Non c'è insomma nessuna preoccupazione da parte di chi sta dietro la macchina da presa di tenerci inchiodati all'immagine. Malick ci considera persone inteligenti, non da intrattenere ma da illuminare.
Di cosa parla questo film?
Dell'evoluzione sembrerebbe quasi all'inizio con quei venti minuti che dovremmo considerare come una visita nel museo del colore. Della morte, della vita, di Dio. Della famiglia, della figura del padre, dell'ingiustizia sociale. Quanto costa al protagonista del film la morale in ogni gesto? la rettitudine, il non deviare mai dal binario della giustizia quanto costa nella vita di un uomo?
Malick affascina e dà al cinema un senso nuovo, il senso della suggestione ad altro da sè. Cerca di parlare ad ognuno di noi senza usare storie semplici, senza un linguaggio scontato, senza il gusto per l'eccesso. Da rivedere.