sabato 2 novembre 2013

Sole a Catinelle.


Non ho potuto fare a meno di correre a vederlo. Era un po' che non assistevo ad una scena del genere: di fronte alle casse del cinema, un'orda di gente che si accapigliava per assicurarsi un biglietto per il film di Checco Zalone. Le vedi subito le persone che al cinema non ci vanno mai. Sono le famiglie numerose, quelle per le quali portare tutti al cinema rappresenta sempre un bel sacrificio. Eppure, non si può fare a meno di lasciarsi andare almeno una sera alla dolce ingenuità di una vita che può essere migliore, se osservata dietro la lente del sano ottimismo. Ottimismo non significa chiudere gli occhi ai problemi, ma cambiare prospettiva, modificare i nostri modelli interpretativi della realtà.
Da diversi anni ormai, questo personaggio così scanzonato, ma dall'intelligenza fine e spregiudicata, sa parlare alla pancia vera del paese. Senza mai sottovalutarlo, il personaggio di Checco, ha a cuore il suo pubblico, costruendo gag a volte immediate, a volte più sofisticate, a volte semplici, ma mai banali. I Romani dicevano "Satura tota nostra est". La risata liberatoria, in barba ai problemi, alla faccia di chi ci vuol male. E' quello di cui la gente ha ancora bisogno, ed è quello che in questo film risuona dall'inizio alla fine. E lo dico anche senza nessuna vergogna: mi sono commosso nell'osservare un viaggio di un padre e di un figlio che hanno il diritto di vivere una vita felice. 

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