martedì 5 novembre 2013

L'uomo e Dio: la più bella scena nella storia del cinema. Il Settimo Sigillo

Ho scoperto questo film davvero per caso. 
Ho seguito il ciclo di puntate sulla storia del cinema andato in onda su Sky negli ultimi mesi. The Story of Cinema: an Odissey.
Ad un certo punto il documentario presenta una scena del Settimo Sigillo. Un cavaliere al ritorno dalle Crociate, accovacciato contro una grata di una finestra. Nel tentativo di nascondersi dal sole, ma nello stesso tempo di osservarlo senza essere visto dalla luce, parla di Dio con un frate al di là di una cella. Dio e l'uomo. Sentire la sua presenza e non poterlo vedere. Non accettare di essere il risultato di un folle avvicendarsi di casualità: arrivare dal nulla per tornare nel nulla. Perchè allora il suo respiro brucia sempre sulla pelle quando uno tenta di disfarsi di lui? Non c'è risposta. Il tormento di Dio trattato nella sua forma più alto. Un film sulla religione e sull'uomo. Sull'esistenza e sul senso di stare qui. Bergman non credeva in Dio? Perchè darsi tanta briga allora per manifestare la forza dell'anima che sta dentro l'uomo? 
Bergman è l'altra faccia di Malick. 
Non so per quale motivo ma quando l'uomo si interroga su Dio, quando l'artista passa dall'amore romantico all'amore spirituale, anche avverso, anche sofferto, dà sempre il meglio di sè.

http://www.youtube.com/watch?v=QIjfLs3B-l4

Vorrei confessarmi ma non ne sono capace, perché il mio cuore è vuoto. Ed è vuoto come uno specchio che sono costretto a fissare. Mi ci vedo riflesso e provo soltanto disgusto e paura. Vi leggo indifferenza verso il prossimo, verso tutti i miei irriconoscibili simili. Vi scorgo immagini di incubo nate dai miei sogni e dalle mie fantasie.

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