giovedì 14 novembre 2013

La più bella descrizione di una donna nella storia della letteratura.

E per concludere l'excursus sull'Ariosto ho deciso di pubblicare una delle più belle descrizioni di bellezza femminile nella storia della letteratura. Alle volte i poeti sanno essere più pittori dei pittori stessi come ricorda Lodovico Dolce nel "Diario della Pittura": 
<< Ma se vogliono i pittori senza fatica trovare un perfetto esempio di bella donna, leggano quelle stanze dell'Ariosto, nelle quali egli descrive mirabilmente le bellezze della fata Alcina; e vedranno parimente quanto i buoni poeti siano ancora essi pittori>>. 

Di persona era tanto ben formata,
     quanto me’ finger san pittori industri;
     con bionda chioma lunga ed annodata:
     oro non è che più risplenda e lustri.
     Spargeasi per la guancia delicata
     misto color di rose e di ligustri;
     di terso avorio era la fronte lieta,
     che lo spazio finia con giusta meta.

12 Sotto duo negri e sottilissimi archi
     son duo negri occhi, anzi duo chiari soli,
     pietosi a riguardare, a mover parchi;
     intorno cui par ch’Amor scherzi e voli,
     e ch’indi tutta la faretra scarchi
     e che visibilmente i cori involi:
     quindi il naso per mezzo il viso scende,
     che non truova l’invidia ove l’emende.

13 Sotto quel sta, quasi fra due vallette,
     la bocca sparsa di natio cinabro;
     quivi due filze son di perle elette,
     che chiude ed apre un bello e dolce labro:
     quindi escon le cortesi parolette
     da render molle ogni cor rozzo e scabro;
     quivi si forma quel suave riso,
     ch’apre a sua posta in terra il paradiso.

14 Bianca nieve è il bel collo, e ’l petto latte;
     il collo è tondo, il petto colmo e largo:
     due pome acerbe, e pur d’avorio fatte,
     vengono e van come onda al primo margo,
     quando piacevole aura il mar combatte.
     Non potria l’altre parti veder Argo:
     ben si può giudicar che corrisponde
     a quel ch’appar di fuor quel che s’asconde.

15 Mostran le braccia sua misura giusta;
     e la candida man spesso si vede
     lunghetta alquanto e di larghezza angusta,
     dove né nodo appar, né vena eccede.
     Si vede al fin de la persona augusta
     il breve, asciutto e ritondetto piede.
     Gli angelici sembianti nati in cielo
     non si ponno celar sotto alcun velo.

16 Avea in ogni sua parte un laccio teso,
     o parli o rida o canti o passo muova:
     né maraviglia è se Ruggier n’è preso,
     poi che tanto benigna se la truova.
     Quel che di lei già avea dal mirto inteso,
     com’è perfida e ria, poco gli giova;
     ch’inganno o tradimento non gli è aviso
     che possa star con sì soave riso.

17 Anzi pur creder vuol che da costei
     fosse converso Astolfo in su l’arena
     per li suoi portamenti ingrati e rei,
     e sia degno di questa e di più pena:
     e tutto quel ch’udito avea di lei,
     stima esser falso; e che vendetta mena,
     e mena astio ed invidia quel dolente
     a lei biasmare, e che del tutto mente.

18 La bella donna che cotanto amava,
     novellamente gli è dal cor partita;
     che per incanto Alcina gli lo lava
     d’ogni antica amorosa sua ferita;
     e di sé sola e del suo amor lo grava,
     e in quello essa riman sola sculpita:
     sì che scusar il buon Ruggier si deve,
     se si mostrò quivi incostante e lieve.

2 commenti:

Cenerentola a Mezzanotte ha detto...

Che incanto. E si vede anche Faber.
un saluto, continuerò a leggerti,
Annuskatz

Unknown ha detto...

Ciao Annuskatz grazie mille per il contributo! farò lo stesso un saluto
Giovanni