venerdì 18 ottobre 2013

Sirmione e la mia ultima poesia

"Benedetto Croce diceva che fino all'età dei diciotto anni tutti scrivono poesie. Dai diciotto anni in poi rimangono a scriverle due categorie di persone: i poeti e i cretini. E quindi io precauzionalmente preferirei considerarmi un cantautore". Questo diceva De Andrè. Questa frase mi è sempre ritornata in mente negli ultimi anni, e, in effetti, anche per me è successa la medesima cosa. Dopo i diciotto anni ho praticamente smesso di scrivere poesie, proprio perchè, in un certo senso, mi sentivo un po' cretino. Non so spiegare per quale motivo, ma è accaduto proprio così. 
Eppure, quasi due anni fa ormai, sono tornato in uno dei più bei paesi al mondo. Di tutti i paesi che si affacciano sul lago, Sirmione rimane per me in assoluto quello più affascinante. C'erano tanti cartelli appesi in giro quel giorno: un ennesimo concorso di scrittura, per partecipare stavolta c'era da scrivere una bella poesia su Sirmione. Non so per quale motivo ho deciso di scrivere questa poesia, dopo così tanti anni che non mi cimentavo con questa emozionante forma d'arte. Incredibile a dirsi ma le emozioni sono rimaste le stesse. Ho pensato a tutte le coppiette che vedevo ogni volta che mettevo piede al lago, perchè l'acqua intensifica così tanto le nostre emozioni? Soprattutto l'amore? Bè questo è un po' il tema. Ah ... ovviamente non ho vinto.


Qui siamo ciò che vorremmo,
siamo arrivati nell’ora e un quando
ora non c’è …
hai superato un ponte, un arco,

con le tue mani nelle mie
ho creduto nostro un castello,
ti ho creduto regina,

ho vissuto le vite di un cigno,

tu mi hai svegliato al presente
volando  abbracciati
questa pianura d’acqua
che  stordisce  e placa

restituiti ai sogni
ascoltiamo le cose come esseri primi,
prima dei giorni scanditi
c’è il giorno che suona

ora nell’aria
per sempre
il ricordo di noi

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