martedì 8 aprile 2014

L'appassionata. La più bella sonata.


Quando oggi l'ho ascoltata, mi sono reso conto del motivo per cui mi incuriosiva così tanto da ragazzo. Quando sei un adolescente lo capisci di più Beethoven. La cassetta dov'era registrata l'Appassionata credo di averla consumata. Per molti questa sonata racchiude un po' tutto il pensiero di questo musicista. Forse il più grande, anche se fare classifiche non ha molto senso in questo ambito. Eppure Beethoven ha sempre avuto per me un fascino particolare. Si tratta del modo di concepire la musica, solo lui la vedeva in un modo così particolare. 
L'appassionata è la sonata delle forze di movimento. Quando l'ascolti percepisci come due vite si intreccino. La vita dedita alla serenità e all'equilibrio e quella votata alla passione che distrugge. I primi passaggi sono emblematici: un mare calmo, limpido e senza sorprese viene sconvolto da ondate improvvise, uragani che si scatenano per poi scomparire in un attimo. Crediamo di passare indenni l'esistenza per essere sorpresi da vortici infiniti. Beethoven è la ricerca spasmodica di un equilibrio, di un modo di pensare che ci preservi dall'autocollisione con noi stessi. Un'intera sinfonia è racchiusa nella pagine di questa sonata proclamata da due sole mani su una magica tastiera. Spinte irrefrenabili che si risolvono in una pausa, un sospiro, un velo di rugiada. Forse non può esserci equilibrio in una vita appassionata, ma probabilmente non può nemmeno sparire la pace in una vita dedita alle passioni. 

https://www.youtube.com/watch?v=0Ak_7tTxZrk

Nessun commento: