domenica 18 novembre 2012

Michele Mari - Verderame

Consiglio questo piccolo romanzo, prestato da un amico.
L'ho già detto in tanti altri post, ma lo ripeto: se un amico vi consiglia di leggere un libro, leggetelo! Se ve lo presta con desiderio, significa che non potete perderlo, vi sta facendo un regalo prezioso!
Troppo spesso non lo facciamo, ma ho imparato da tempo ad esaudire questo desiderio che ci arricchisce presto.
E' un romanzo che colpisce soprattutto per l'uso della lingua. Mai scontata, alternata al dialetto, forte e barocca, potente nell'uso di immagini mitiche e potenti, a volte disgustose ma pregnanti nella loro capacità di imprimersi nella memoria.
E' un romanzo che narra un'amicizia. Anche se sto osservando i miei amici a poco a poco sparire per le vicissitudini dell'esistenza, anche se alle volte penso che il cavallo dell'amicizia sia stato quello sbagliato su cui puntare, come uno scommettitore cieco e scapestrato mi ostino ancora oggi a puntare tutto lì. E anche se mi accorgo in certi momenti di ritrovarmi da solo, l'amicizia resta sempre il valore più incredibile che la vita ci offre.
Questa è l'amicizia fra un vecchio e un bambino. Un romanzo sulla memoria, che una nuova generazione dovrà essere in grado di riportare di nuovo alla luce

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