giovedì 4 novembre 2010

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Ciao ragazzi un po' che non aggiorno,

nel mio piccolo paese della provincia milanese hanno aperto un nuovo punto vendita del più famoso fast food del mondo.
Fuori casa mia un cartello indica il Mac più vicino a cinque minuti se si procede da una parte, mentre se si arriva dall'altra ora il cartello ne indica un altro  a due minuti; insomma l'accerchiamento è stato  completato.
La cosa un tantino mi angoscia.
Vedete io vendo caffè tramite i distributori automatici, se dovessi acquistare del caffè equosolidale (ossia un caffè acquistato ad un prezzo equo, che non tira il collo ai contadini sudamericani) mi costerebbe il doppio e dovrei venderlo al doppio. Peccato che nessuno sia disposto ad accettare un prezzo così esorbitante equosolidale sì, equosolidale no.

Il mondo è diviso in due grandi tronconi:
chi beneficia del flusso dei capitali prodotti dalle multinazionali, e chi ne subisce la forza perchè è il motore dello sfruttamento. In Europa facciamo parte della prima categoria ma nessuno vuole ammetterlo.
Compriamo computer, scarpe, macchine, vestiti di marca che vengono prodotti in parti del mondo in cui la schiavitù è all'ordine del giorno. Persino quando facciamo benzina dietro quei litri ci sono accordi fra le grandi sorelle e le dittature dei paesi africani.
Quando andiamo a fare la spesa siamo attratti dai grandi discount dove tutto costa poco, andiamo a comprare mobili dalla grande multinazionale nordeuropea, ci barrichiamo negli outlet quando arrivano i saldi, corriamo nei centri commerciali gestiti da compagnie edili multimiliardarie.
Siamo soli capaci di guardare al nostro portafoglio, ma adesso la crisi ha cambiato le carte in tavola.

Offrendo il nostro stipendio ai grossi gruppi abbiamo costretto la classe media a scomparire dal mercato : i piccoli commercianti hanno chiuso i battenti: macellai, negozi di alimentari, negozi di abbigliamento, piccoli centri di elettrodomestici, o di fai da te. Schiacciati dalla concorrenza spietata delle grosse multinazionali i piccoli commercianti, che tenevano in piedi il mercato in virtù del loro sudatissimo benessere, hanno visto morire i loro investimenti, i loro sogni.

Dimentichiamo che solo loro avrebbero potuto acquistare la macchina prodotta dall'azienda dove lavoriamo, loro avrebbero potuto far girare l'economia nel verso giusto, l'unico verso che avvantaggia le piccole e medie imprese che danno lavoro alla maggior parte delle nostre famiglie.

Senza interesse del proprio territorio l'economia va in corto circuito. Perchè non compriamo gli occhiali dall'ottico sotto casa nostra che ci conosce da una vita ? Perchè qualche volta la carne non l'acquistiamo dal macellaio che ci chiama per nome e che mette via ogni giorno i pezzi migliori? Perchè non farci consigliare un vestito dal nuovo negozio aperto in via Rossini dietro la piazza della Chiesa?

Un giorno in un tg regionale ho sentito un sindaco che si giustificava per aver acconsentito alla costruzione di un nuovo centro commerciale appena fuori paese. Peccato avesse costruito la sua compagna elettorale sulla promessa di vietare il via ai lavori.
"Con questo nuovo centro commerciale, il paese beneficerà di 300 nuovi posti di lavoro"
La classica frase di uno che da poco si è fatto riempire le tasche.
300 posti di lavoro che significano solo contratti a tempo determinato e la chiusura di altrettante attività che mantenevano sicuramente vivo il benessere del tessuto sociale.

Un consiglio: leggete questo libro vi aprirà la mente:

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Naomi Klein



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