mercoledì 25 marzo 2015

1992 La serie.

Erano mesi che aspettavo questa serie nuova di Sky. I motivi sono tanti:
per prima cosa le serie stanno diventando per me una nuova grande passione. La narrativa che esprimono e i linguaggi che esplorano danno vita ad avventure continue.
Poi tangentopoli è uno dei capitoli più interessanti della storia italiana, soprattutto per l'effetto castello di carte, o effetto domino che un singolo arresto ha avuto su un intera classe politica.
1992, pur non essendo Gomorra né tantomeno House of Cards (e forse meglio così, perché diciamolo non è che sia sempre chiarissima come serie né è così semplice star dietro a tutti i complotti), arriva comunque al bersaglio.
Due sono secondo me gli "artifizi" utili che la sceneggiatura adotta:
1) l'uso della narrazione Ken Follet. Gli ultimi tre libri di Follet, la cosiddetta Century Trilogy, si basano sulla storia di alcuni personaggi inventati, a stretto contatto con figure famose della storia mondiale. Qui accade la stessa cosa: un aiuto magistrato a fianco di Di Pietro, un responsabile della comunicazione di Publitalia a fianco di Dell'Utri e Berlusconi, un signor qualunque che aiutando un deputato contro alcuni albanesi che lo stanno facendo nero viene eletto parlamentare della lega: quindi si troverà a stretto contatto con Bossi e compagnia bella.
2) Il segreto. Ognuno dei tre personaggi nasconde un inconfessabile segreto, qualcosa che viene soltanto accennato tramite una fotografia, un articolo di giornale, due parole con un infermiera e un sogno ricorrente.

Per ora non c'è niente male e vedremo come saranno gli sviluppi. Come Stefano Accorsi è sempre stato uno dei miei attori preferiti, fin dai tempi dell'Ultimo bacio. Sono contento che non sia sparito come mole meteore del cinema italiano.

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