venerdì 20 gennaio 2012

Il matto dal dito medio

Un bel po' che non aggiorno! Le visite salgono ma purtroppo in due anni non sono ancora riuscito a ricevere un commento. Qualcuno lascerebbe perdere, ma io ho la testa dura e ogni tanto scrivo anche se chissà a chi.
In ogni caso dedico questo posto ad un matto. In questo periodo ho dovuto fare avanti e indietro dall'ospedale, purtroppo sono cose della vita, anche se non serve a nulla, non ci si sente meglio comunque, anche se quello che di brutto succede, succede a tutti.
Da Cassano a Treviglio saranno 10, 15 chilometri; bè con -4 gradi c'è un matto qui dalle mie parti, vestito con un berretto rosso, una giacca da domatore da circo, una bandana a mò di rambo che con una biciclietta sgangherata, da anni va avanti e indietro per questa strada. Ormai lo conoscono tutti e devo dire che mi fa una certa tenerezza e mi induce ad un gran rispetto. Sbanda da una parte all'altra rischiando di essere tirato sotto dalle macchine che passano e quello che ama fare è urlare contro ogni automobilista che passa indicando il suo dito medio.
Ho pensato che alle volte è quello che tutti noi vorremmo fare, mandare a quel paese un po' tutti, senza sconti e senza eccezioni. Per quello che ci succede e per quello che non ci succede. I matti sono personaggi che hanno sedotto i più grandi scrittori della storia della letteratura: Dostoevskj e Gogol in primis, ma sicuramente anche Kafka, Flaubert, Pirandello, Pasolini e chi più ne ha più ne metta.
Mi chiedo perchè? Basta pensare al tizio con il dito medio: loro solo hanno il coraggio di mostrarci quello che si nasconde dentro di noi: quella volontà inespressa, una rabbia, uno sforzo, una delusione perenne, un dolore dalla radice così profonda che non si può strappare. Non fanno altro che urlarlo, farlo salire alto al cielo. Ho pensato che forse dentro di loro si nasconde una specie di megafono, forse  hanno un compito, assegnato loro da un Dio: raccogliere e registrare tutto quello che succede intorno e riferirlo dritto a qualcuno più in alto. Cari matti, vi abbraccio!

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