sabato 28 gennaio 2012

Delitto e Castigo - la febbre di Dostoevskj

Mi sono sempre chiesto perchè i personaggi di Dostoevskj mi abbiano sempre così tanto affascinato. Nella mia vita ho sempre precorso i tempi, e credo di aver completamente sbagliato nel leggere questi romanzi prima che maturassi a pieno. Ho iniziato con l'Idiota, i Demoni, i Fratelli Karamazov e ora ho da poco finito quello che è considerato un po' la pietra miliare: Delitti e Castigo. Avrei dovuto davvero cominciare da qui, da questo romanzo, perchè è proprio qui dentro che è nascosto il segreto dei suoi personaggi. C'è una linea sottile che unisce tutti i personaggi di Dostoevskj, che li rendi così particolari e diversi dagli altri: non solo per i dialoghi infiniti, privi di nesso con la realtà, ma è come se fossero animati da una forza irrazionale, come se fossero tutti "matti" in un certo senso (tanto per legarmi al mio post precedente). In realtà è proprio in questo romanzo che leggiamo la chiave per poterli capire. I personaggi sono costantemente preda di una febbre, una febbre mentale così forte che si riflette nel loro modo di agire e di comportarsi, nel loro modo di parlare e sentire, di relazionarsi con gli altri e con il mondo. Per quasi tutto il romanzo Raskolnikov ha la febbre, addirittura il termine febbre compare con mille sinonimi, lo stato di confusione fisico viene descritto e ribadito con le diagnosi più diverse. E' Zosimov, un conoscente dottore degli amici di Raskolnikov a descriverci con precisione le caratteristiche di questa malattia umana:
"E' un fenomeno molto noto: gli atti sono compiuti a volte in modo magistrale, con grande accortezza, ma il governo delle azioni, il principio regolatore delle azioni è sconvolto e dipende da varie impressioni morbose. E' una cosa che si può paragonare al sonno. Tutti noi, e molto spesso, siamo quasi uguali ai matti, ma c'è una piccola differenza: i malati sono un po' più matti di noi. Ma di persone perfettamente equilibrate, in realtà, non c'è n'è quasi nessuna"
Cos'è quindi questa malattia che tormenta Raskolinov ? Certo non è il senso di colpa, perchè è questo stesso principio virale che lo conduce a commettere il delitto: uccidere una vecchia usuraia con un colpo di accetta.
Questa febbre è quella che sa soprenderci in ogni momento della nostra vita: il male che ci illude di chiamarsi bene; azioni negative commesse a fin di bene. Sentiamo sempre che il mondo sia diviso in privilegiati e in condannati; che solo chiudendo ogni tanto un occhio, se non entrambi, possiamo regalarci un passo nell'eliseo degli esseri superiori. E' la febbre che ci fa offrire denaro per ottenere un lavoro, la febbre che ci fa dire una bugia a nostra moglie perchè la vita è una e va vissuta in pieno,  quella febbre che ci fa mettere la carriera davanti ad ogni cosa, è quel ma sì dai per una volta, ma sì lo fanno tutti, ma sì dai non sarò mica io più coglione degli altri? Devo pagare le tasse che non le paga nessuno? Devo dire di no a una segretaria quando nessuno lo verrà a sapere ? Perchè non pago ? se pago tutto è sistemato, tutto sarà a posto, io sarò a posto.
Sentite cosa dice dice l'ufficiale Porfirj per convincere il colpevole a costituirsi e vediamo se uno non ce la fa ad essere chiamato in causa
"Sapete che cosa penso di voi? Vi ritengo uno di quegli uomini che si lascerebbero strappare le budella, in piedi, guardando con un sorriso i loro carnefici, purchè avessero trovato una fede o un Dio. Ebbene trovatelo e vivrete. So che non avete la fede - ma non mettetevi a sottilizzare, abbandonatevi al corso della vita, rinunziate al ragionamento; non abbiate paura; esso vi porterà alla riva e vi rimetterà in piedi. Che vi importa di passare in un'altra categoria di uomini ? Un cuore come il vostro può forse rimpiangere il benessere? DIVENTATE UN SOLE, E TUTTI VI VEDRANNO

Nessun commento: