giovedì 2 luglio 2015

Il più bel film sul padre: Che ora è?

Grazie a Dio ho avuto modo di rivedere quasi tutti i film di Troisi nelle ultime settimane.
Mi sono sempre sentito un po' come lui, per quello mi ci rivedo tanto, così come tanti si sono rivisti e continuano a rivedersi. 
Quei modi di fare, quel sentirsi sempre fuori posto, l'incapacità di trovare un vero posto nel mondo, sono i caratteri fondamentali di un'intera generazione. 
Il mancato posizionamento sociale, morale, sentimentale, si presenta fortemente anche in questo film. 
Facendo un po' il punto della situazione, direi che il tema del padre e del figlio è sempre stato molto presente in questo mio inutile blog. Il libro più bello sul padre: Lettera al padre di Kafka, e la poesia più bella sul padre, quella di Rilke. Ora parlo anche del film più bello sul padre: Che ora è? 
Uno di quei film dimenticati, ma che non puoi ignorare. Sarà perchè l'ho visto insieme a mio padre in questo momento un po' difficile per tutti. 
Mi sono rivisto perchè è sempre immensamente difficile parlare con un padre. Con la mamma no, era sempre facile: lei parlava anche per ore, e tu la dovevi ascoltare per forza. Con tuo padre, invece, alle volte non sai cosa dire: volano enormi balle di fieno nei campi mentre stai con lui in macchina e ti sforzi di trovare un argomento. Ma è normale che sia così: l'amore paterno pretende: ti vorrebbe vedere con un certo lavoro, una certa donna, una famiglia, un ruolo. Per un padre un figlio dovrebbe essere sempre il frutto di un sacrificio. L'espressione matura del proprio futuro. 
Troisi di fronte al padre Mastroianni si ribella a questa posizione. Lui non sa quello che vuole dalla vita e basta. Non vuole scegliere. "Io non so scegliere". Questi due mostri del cinema mi fanno capire quanto la fiamma viva del cinema italiano si sia ormai spenta per sempre. Forse non poteva capitare altrimenti, ma la poesia dei sentimenti, non la trovo più nel nostro cinema. 

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