mercoledì 19 giugno 2013

Ian Mac Ewan - L'inventore di sogni

Non sono per nulla un blogger come si deve. Di tutti i libri che leggo e i film che vedo, non ne cito che una minima parte. E' forse per quello che non sarò mai un vero blogger. Dovrei metterci più impegno. Quindi quando vi parlo di un libro o di un film, è solo perchè mi ha parecchio colpito. Come in questo caso. Sto parlando di "L'inventore di Sogni", un piccolo libro di poco più di cento pagine di Ian Mc Ewan. Non avevo mai letto nulla di questo scrittore e, come al solito, a questo libro ci sono arrivato per caso. Nei libri che leggiamo nel corso di una vita, una serie infinita di legami si sviluppano di fronte a noi. Un anno fa esatto ho letto le Metamorfosi di Ovidio a cui ho dedicato un post, e questo libro è ispirato in larga misura all'idea delle Metamorfosi. In realtà a trasformarsi è un bambino di circa dieci anni, che sogna ad occhi così aperti, da dimenticare suo padre in piedi sulla poltrona su cui  il bimbo è seduto. E' li per dipingere un punto alto della parete e il bimbo seduto dovrebbe fargli da contrappeso. Perso nei suoi sogni, il bambino si dimentica del padre e si alza dalla sedia, ecco quindi inevitabile il capitombolo del padre. Cito solo questo passo fantastico sul momento in cui ognuno di noi ha sentito l'infanzia precaria e pronta a sfuggirgli di mano:
 
"Un giorno o l'altro, avrebbe lasciato il gruppo che scorrazzava sfrenato sulla spiaggia, per unirsi a quello di chi restava seduto a parlare. Era difficile crederci, ma sapeva che sarebbe andata proprio così. Allora si sarebbe interessato a cose diverse, come lavoro, denaro, tasse, interessi bancari, chiavi e caffè, e sarebbe rimasto a parlare, per ore e ore, seduto".

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