mercoledì 13 febbraio 2013

Il Papa rinuncia.

Ero in macchina quando ho sentito la notizia.
Non mi sono quasi mai occupato di attualità nel mio blog, ma stavolta non posso evitarlo. Soprattutto perchè il tema della fede, della Scrittura, della Verità o della non Verità ha sempre costellato i miei post. Devo dire che la cosa mi ha molto rattristato, soprattutto in questo momento. Ho pensato subito ai miei amici, ai miei più cari amici . E' vero non sono un credente, ormai mi sto avvicinando all'idea che niente esista. Eppure le persone a me più care sono tutte convinti che Dio esista, che il Papa sia il rappresentante di Cristo in terra. Sono le persone che mi hanno dato di più nella mia vita, quelli che fanno il mio numero e mi chiamano per sapere come sto. Quindi il loro bene, fa bene anche a me.
Come devono essersi sentiti loro, ho subito pensato?
Mi è venuto in mente un discorso fatto con un frate a Roma all'inizio di quest'anno. C'erano lui e i miei amici. Ad un certo punto qualcuno ha chiesto se avesse senso aprire la Bibbia a caso, leggere un versetto e convincersi che in quel versetto Dio provi a parlarci guidando occhio e mano. "Assolutamente sbagliato", ha tuonato il frate, "La Chiesa rifiuta la divinazione".
Poi in macchina il mio migliore amico, sul viaggio di ritorno mi ha fatto questa confessione, "Ma se Dio in qualche modo non mi parla, a cosa vale la mia fede?".
Ecco il punto, nella scelta del Papa c'è una razionalizzazione che sta spogliando la Chiesa di senso. Con l'evolvere della scienza, il ruolo che essa occupa ha dovuto restringersi sempre di più. Prima la Terra che non è più il centro del mondo, poi il mondo che è relativo a chi lo guarda con la fisica quantistica, poi l'io che non è padrone dell'anima con l'avvento delle neuroscienze. Ora il Papa che non se la sente più, perchè la sua materia limitata e umana gli impedisce di sopportare il peso. Ma dove sta andando lo Spirito? Dov'è l'Anima che può sopportare la croce? Come può pensare la Chiesa di riempire di senso la vita degli uomini che credono in lei se non è capace di mostrare l'esempio del sacrificio? La sofferenza di un uomo che nonostante i limiti della carne continua fino all'ultimo giorno, all'ultima vibrazione della voce, a rassicurare il mondo che il miracolo della Fede può tutto? Forse, io posso anche non credere, ma se tutto il mondo si spogliasse di senso, di scopo, se tutti non credessero più in niente, credo che il mondo potrebbe crollare sotto il peso, quello sì, della morte dell'anima.

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