sabato 26 gennaio 2013

Un bel fim: Sei gradi di separazione. E un altro bel monologo

Pensate a tutte le volte che non avete abbassato il finestrino dell'auto, quando un mendicante vi chiedeva una monetina al semaforo. Immaginate un giorno qualsiasi mentre andate al lavoro, immaginate quel semaforo e la vostra indifferenza. Non c'è da vergognarsi, mi ci metto dentro anche io mille volte. Poi facciamo finta che quella mattina, prima di arrivare al solito incrocio, un vostro collega vi chiama, e vi dice che l'ufficio è chiuso stamattina, è arrivata una telefonata anonima e pare che qualche folle abbia messo una bomba nel palazzo. La polizia indaga e voi quella mattina non dovete fare altro che tornarvene a casa. O no? Decidete di farvi una bella passeggiata nel parco che vedete ogni giorno scorrendo con la macchina, ma che non avete mai avuto il tempo di esplorare. Vi comprate un bel giornale e scegliete una panchina. Poco dopo si avvicina un tale di colore che si siede all'altro bordo della panchina. Sembra un extracomunitario, ma è tranquillo. Sembra stanco. Continuate a leggere, poi arriva una telefonata. Prendete il cellulare e appoggiate il giornale fra voi e il tale. La telefonata è lunga, una persona che non sentivate da un po'. Il signore seduto all'altro bordo vi chiede se può dare un'occhiata al giornale, e voi gli fate cenno di sì, e intanto continuate a parlare. Poi dopo un po' il tizio con in mano il giornale si mette a piangere a dirotto. Interrompete la telefonata. Volete sapere che è successo. Allora lui vi racconta che nel suo paese è scoppiata una guerra civile, che sul giornale ha visto le foto di villaggi distrutti. VI racconta che è scappato con la sua famiglia in tempo, ma altri non sono stati fortunati come lui. Lui si considera fortunatissimo anche se per ora, per sopravvivere, è costretto a fare l'elemosina al semaforo. Ecco, è lo stesso tizio di sempre, il signore di colore che non avete mai guardato negli occhi. Non vi chiede nulla, ma voi gli date una bella banconota da dieci euro. Cosa è successo? Cosa è cambiato?
Sei gradi di separazione non racconta questa storia, me la sono inventata io ora. Ma parla di un concetto che distinugue noi umani da ogni altro essere animato. Possiamo dirci indifferenti al mondo, e pensare a noi stessi ogni secondo. Ma quando una vita incrocia fortemente la nostra, allora, quello che non sembrava un nostro problema diventa un nostro problema. E questo è un altro bel monologo, dove il protagonista parla del giovane Holden

http://www.youtube.com/watch?v=rWbmPJ1rfXU

 

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