martedì 21 febbraio 2012

L'alchimista e Serendipity

Moltissimo che non aggiorno.
E' proprio vero che alle volte ci mettiamo da soli paletti che non vogliamo oltrepassare, recinti da cui ci guardiamo bene dal varcare. Sono i pregiudizi: quel libro non lo leggerò mai, quel film non lo guarderò mai. Questo mese ho fatto due cose che mi ero da sempre ripromesso di non fare: leggere l'Alchimista e vedere Serendipity. Erano sempre stati due taboo per me inaccessibili. "Non leggerai mica l'Alchimista? pacchianata da tutti considerata New Age? Non guarderai mica Serendipity? mielosa commedia amata dalle ragazzine in cerca del principe azzurro?"
Sono proprio orribili i pregiudizi, non c'è nulla da fare; ed è incredibile come entrambe le forme un film e un libro parlino entrambi della stessa cosa: i segnali.
Non ho mai amato la teoria dei segnali, in altri post l'ho anche bisfrattata e insultata, ma in fondo perchè prendersela tanto? Perchè non mi rilasso un attimo? Anzi, perchè non ci rilassiamo tutti un attimo? In questa vita che Celentano, giustamente secondo me, ha descritto con l'epiteto: Che cazzo di vita è questa?
L'alchimista racconta la storia di un ragazzo che insegue il suo sogno e per farlo si affida ai segnali che la vita gli lancia, in Serendipity due persone si incontrano per caso e quando si lasceranno dopo il primo incontro senza sapere nulla dell'altro si chiederanno se il destino li farà rincontrare: insomma se il caso non è caso, se sono l'anima gemella che Dio ha voluto per loro.
Insomma come lo chiami lo chiami e sempre Dio che si chiama. Credere ai segnali significa nutrire speranza nel mondo e nel futuro, quindi perchè mi devo sempre arrabbiare e vedere sempre il nero oltre il confine? Beati quelli che hanno tanta tenerezza nel cuore da sperare sempre che una forza li accompagna e che voglia solo e soltanto tutto il bene per loro.

Godetevi questo simpatico necrologio

http://www.youtube.com/watch?v=KoI0xTTQCC4&feature=related

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