venerdì 6 febbraio 2015

Il romanzo più difficile da finire: "Storia di Genji: il principe splendente".

Nella mia vita ci sono solo due titoli che rimangono una specie di sconfitta, due romanzi che non sono riuscito a finire. "Moby Dick", e "Viaggio al termine della notte". Tutte le volte che ne sento parlare, qualcosa dentro di me brucia, come una specie di ferita. Avrei potuto tener duro, mi dico, pazientare e ultimare la lettura. Da allora non c'è libro che non riesca a non finire. Soprattutto perché sono proprio i libri più difficili da leggere, quelli per così dire lenti che si depositano più a lungo nella nostra memoria. Il principe Genji è stata una prova durissima, non tanto per la scrittura che è in sè semplice; ma per la lentezza della storia. Nella letteratura giapponese, che ammetto di non amare più di tanto, i cinque sensi si amplificati a dismisura. Non c'è colore, profumo, rumore, sapore che non venga descritto nei minimi particolari.
Il particolare diventa un vero microcosmo in cui i personaggi si perdono. Il principe ama incondizionatamente tutte le donne che all'inizio lo respingono o che hanno qualcosa che lo incuriosiscono, magari sono brave a danzare, a cantare, a suonare la cetra. A volte sono simpatiche, a volte nemmeno tanto carine. Quando ama, lui ama per sempre, accogliendo ogni responsabilità nella sua grande casa, assegnando ad ogni dama un'ala del suo enorme palazzo. Le persone si scrivono poesie, e sono tenute a rispondere. Gengji verifica la bellezza della calligrafia, lo spessore della carta, il profumo di cui è impregnato il biglietto. Verifica la bellezza delle vesti, del portamento, la capacità di dialogare della dama. Attraversa ogni esperienza con una sensibilità gigantesca, sopportando spesso la morte delle persone che ama. La colpa per i suoi desideri che non riesce a reprimere viene sempre espiata nel corso della sua vita. Ma sarà solo una la donna della sua vita: la bellissima principessa Murasaki, capace di sopportare qualsiasi peso, persino di accettare l'incontentabile sete di amare del suo adorato Principe Gengji. Questo romanzo, scritto nell'anno mille, è una specie di grande albero della vita, che si ramifica e dipana, con una eleganza incredibile. Anche se le passioni si ripetono, così come le feste, le danze, i riti, le stagioni, le morti, e le nascite, ogni cosa è sempre vissuta come un nuovo inizio, come una rinascita, nell'infinito ondeggiare del mare della vita. 

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