giovedì 12 giugno 2014

Il film più bello dell'anno: le meraviglie.


Credo che uno dei fotogrammi che mi resteranno impressi quest'anno sarà senza dubbio questo: una famiglia abbracciata, stessa su un grande sacco a pelo, nella terra di fronte alla propria casa. Abbracciata nel tentativo di trattenere un'innocenza e un credo che la società, con la sua dirompente macchina trasformatrice e divoratrice, non può più permettersi di accettare. Adoro i film essenziali, nello stile, nel linguaggio, nella forma. Le storie che funzionano ormai devono avere sempre alla base due ingredienti fondamentale: un mestiere perduto e un luogo suggestivo. Una famiglia di apicoltori cerca così di vivere "totalmente dentro alle cose". E' questa l'accusa che una psicologa tedesca muove alla fine del film. Perché non si può vivere più dentro alle proprie cose, ai gesti semplici, a un'attività innocua, a un mestiere bellissimo, senza venire per questo sradicati dal mondo come erbaccia malata? 

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